La trasmissione culturale tra generazioni di ravers Riduzione del rischio e allerta precoce tramite metodologie di intervento basate sul gruppo dei pari e sulle life skills

Nell'ambito del Corso Avanzato dell'Italian School on Addiction, come allievi, ci è stato chiesto di presentare un project work a conclusione dei due anni del corso. Il lavoro presentato dal Dott. Maciocia è relativo alla collaborazione con il Dott. David Donfrancesco sull'attività di "animazione cuculturale" con il gruppo dei ravers di Sora. Di seguito una breve presentazione e la possibilità di scaricare l'intero lavoro.
Il lavoro tiene conto di quanto già realizzato dall’Unità Mobile Pegaso e dal lavoro svolto dal Dott. David Donfrancesco presso un gruppo di ravers di una cittadina del frusinate. Questo lavoro è stato compiutamente descritto nella pubblicazione “Tekno feste. Uno sguardo compartecipato al circuito illegale dei rave party” Bonanno, 2013, e si occupa di uno specifico step di intervento che riguarda la verifica che i cambiamenti comportamentali relativi alla riduzione del rischio nei contesti il-legali dei raves party siano effettivamente trasferiti alla nuova generazione di ravers. Si cerca cioè la conferma che l’adozione di una cultura diversa dall’originaria, (fortemente influenzata dall’uso delle sostanze psicotrope e da comportamenti a rischio, violenti, emarginanti e connotati socialmente dallo stigma), sia consolidata dalla trasmissione trans generazionale nel contesto del gruppo dei pari, in modo tale che il cambiamento culturale e di atteggiamenti che si è consolidato nel gruppo originario dei ravers diviene patrimonio anche della seconda generazione di ravers. La verifica dei cambiamenti generazionali si struttura altresì nell’adozione di modalità di “allerta precoce” del gruppo dei pari rispetto a situazioni e comportamenti individuali a rischio: abuso di sostanze, episodi di violenza,, episodi psicotici, acting out, ecc. In più occasioni il gruppo di ravers ha accettato di svolgere un’azione di contenimento e di integrazione di soggetti in evidente fase psicotica e/o di forte rischio di acting out, tramite la strutturazione di una rete di prossimità che ha accolto il soggetto a forte rischio e ha svolto una funzione di “holding” (nell’accezione winnicottiana del prendersi cura di, applicata al gruppo dei pari) e di contenitore che ha, di fatto, evitato conseguenze disastrose per l’individuo. Il concetto di allerta precoce è utilizzato, in questo caso, al sistema di rete interno al gruppo dei ravers e diviene, di fatto, protettivo del soggetto in difficoltà e protettivo verso l’esterno al gruppo e della reazione che il mondo esterno può attivare rispetto alla sfida e ai comportamenti del “deviante”. Tale sistema di allerta precoce, altresì, è permeabile sia in entrata che in uscita: vale a dre che segnala all’esterno situazioni critiche e che accetta segnalazioni di criticità dall’esterno. Le stesse misure di riduzione del rischio nell’organizzazione e gestione degli eventi rave, si trasforma, nel contesto della vita di strada di tutti i giorni, in forme solidaristiche di protezione, accudimento, contenimento della violenza di singoli, mentre, rispetto a valori culturali, nell’affermarsi di culture “diverse” che mirano altresì all’integrazione degli aspetti di diversità e alla dignità di una azione di presenza e ricchezza culturale “diversa” solidaristica e egualitaria, rispettosa della propria vita e di quella degli altri.

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