In memoria della memoria storica del Ser.D di Frosinone: Enzo Fasolo

Enzo Fasolo, utente storico del Ser.D. di Frosinone ha lasciato questa terra. Credo che sia giusto onorarlo; le sue mani, da anni, avevano smesso di produrre e cercare il senso della sua vita. Da un po' di tempo aveva ripreso a passare le notti nella sua casa dentro la Stazione di Frosinone. Tutti noi abbiamo cercato di convincerlo ad accettare altri alloggi, ma lui ha sempre scelto, in qualche modo, di tornare ad abitare li dove trascorreva gran parte del giorno.
Ricordo con grande affetto il suo corpo che sfidava la gravità assumendo curve insospettate, ricordo la sua presenza costante nel servizio, le chiacchiere e gli inviti.
Con grande affetto.
Dedico a lui il testo di De Andrè "Il Cantico Dei Drogati"

Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell'anima e nel cuore.
Le parole che dico
non han più forma né accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.
Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi.
Quando riascolterò
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.
Io che non vedo più
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere.
E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.
E soprattutto chi
e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto
di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio
come una buona nota.
Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.
Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell'infinito.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria

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